Imaginarea Daily

Sabato 12 giugno: primi bagni  

Bagnante è una parola che ci piace: è il ritaglio di una foto in cui avviciniamo l’orecchio a una conchiglia, per sentire il batti e ribatti del mare.

È un nome, ma sciogliendo il suono di un participio presente, prolunga l’odore del sale ben oltre la fine dell’estate.

Inoltre, con la sua fine regalata alla seconda vocale, è una parola non discriminante; un po’ come quando Paul Cézanne dipinge “monsieur” e “madame” bagnanti. Niente più veneri recumbenti e uomini solo a cavallo: il relax, per la prima volta, si fa bipartisan.

Per cui, non possiamo far altro che avvicinarci a questa estate, togliendoci dalla testa questo lungo periodo (in cui siamo stati chiusi a riccio) e aprendoci alla vita con delle sane bracciate!

Buon fine settimana.

Onomastico: San Leone III Papa

Calendarea 2017, Chapeau!

 

 

L’11 giugno 1982 esce nelle sale E.T. l’extraterrestre

Tutti abbiamo in mente l’immagine benevola dell’alieno E.T.: occhioni lucidi e capo inclinato nell’ascolto del suo giovane amico Elliot. In pochi sappiamo, però, che E.T. è il frutto dell’immaginazione di un italiano.

Nel 1981, Steven Spielberg chiama un abilissimo artigiano americano: voleva coinvolgerlo negli effetti speciali di un film a cui stava lavorando. L’estetica di quella proposta, però, era parecchio antiquata: l’alieno era un lucertolone al sole degli anni ’60, cioè cattivo e repellente. Il regista lo rifiuta e convoca Carlo Rambaldi (1925-2012), che allora era già uno dei maggiori esperti di effetti speciali sulla piazza. Il ferrarese, dopo aver lavorato in Italia con Comencini, Avati e Dario Argento, si era trasferito a Hollywood dalla metà degli anni ’70; qui creerà i suoi piccoli e grandi miracoli meccatronici (solo per citarne uno, King Kong), lavorando a stretto contatto con Ridley Scott, Oliver Stone e David Lynch.

Ma torniamo a E.T. e al suo design. Sapete come Rambaldi è arrivato a quel volto? Come Leonardo, attraverso gli studi anatomici. Ma non se ne andava per obitori in cerca di morti; quegli occhi sono arrivati dopo decine di schizzi realizzati sul cranio della sua gatta sonnecchiante.

Pedala immaginazione, pedala. Anche mentre “telefoni” – pardon rimani -, sul divano di casa.

Onomastico: Santa Paola Frassinetti

Calendarea 2014, Re:cycle

 

 

Il 10 giugno 1915 c’è la prima proiezione in 3D 

Questa storia è tutta un trucco come, del resto, lo è il cinema in generale e quello 3D in particolare: due immagini danno l’illusione della tridimensionalità, se vengono osservate con occhiali speciali.

La prima proiezione con questa tecnica è avvenuta a New York il 10 giugno 1915, ad opera di Edwin S. Porter: nome che oggi ci dice poco, ma solo perché è diventato una meteora del cinema.

Se nei film western – e non – vi è capitato di vedere il cowboy che punta la pistola verso di noi, sappiate che è una sua invenzione. E di primati, ne aveva tanti altri: l’aver portato (nel 1896) il cinema nella Grande Mela e anche quello del primo film narrativo americano (“The life of an American fireman”, 1902). Ultimo ma non ultimo, è stato tra i pionieri nell’uso di time-lapse e lanterne magiche.

Il 3D non poteva non calamitare un mago del trucco; del resto chi si piglia, si somiglia.

Onomastico: San Landerico

Calendarea 2018, Light Make Up

 

 

Il 9 giugno 1958 muore il cane Fido, dopo essersi recato per 14 anni alla fermata dell’autobus ad attendere invano il ritorno del padrone

Ad accennare a questa storia, molti avranno in mente la testa cotonata del cane del Sol Levante, Hachikō, piuttosto che quella di un meticcio dell’Appennino. Eppure, si tratta di una vicenda praticamente simile, anche se accaduta a latitudini molto lontane.

Fido viene trovato nell’inverno del ’41 dal signor Carlo Soriani, operaio delle Fornaci Brunori di Borgo San Lorenzo. Tra i due c’è subito intesa, e riconoscenza: Fido era stato accolto e curato, mentre il signor Soriani ha un attendente speciale ad accoglierlo, ogni sera, alla fermata della corriera. Nel ’43, un bombardamento alle Fornaci strappa Carlo alla vita: ma Fido si recherà ogni sera alla fermata per tutte quelle a venire.

Proviamo a ricucire un fermo immagine di questa storia: sceso dalla corriera, nel muro di buio delle stazioni, il signor Soriani accarezza Fido con le sue mani guantate; del resto, l’inverno pizzica, sempre. E pensiamo ai tanti inverni a venire di Fido. L’attesa delusa ha dentro tutto il freddo della solitudine. Meno male che oggi è il 9 giugno!

Onomastico: Sant’Efrem

Calendarea 2012, Glove Story

 

 

L’8 giugno è la “Giornata Mondiale degli Oceani”

Il cantautore Vinicio Capossela ha scritto un pezzo dove si immagina una medusa nell’oceano che balla il cha-cha-cha: è seducente e… leggera: non pietrifica nessuno, ammicca e si sconquassa, ma solo per la danza.

Perché la medusa? Perché con la sua meraviglia e quel pochino di minaccia disegna bene le estremità del nostro rapporto con il mare: fascino e pericolo.

Da buoni naviganti, per disegnare le mappe nautiche, ci siamo muniti di goniometri: speriamo di imboccare la rotta giusta per la festa in fondo al mar. Ma non oggi; se tutte queste giornate servono davvero a qualcosa, l’invito dovrebbe essere valido per l’8 giugno sì, ma del 2121 e oltre.

Siamo fiduciosi. Per cui, cara medusa, ci stiamo allenando per il tuo cha-cha-cha.

Onomastico: San Medardo

Calendarea 2008, ZOO8

 

 

Il 7 giugno è la “Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare”

In questo appuntamento quotidiano, abbiamo imparato più volte che le immagini possono anticipare i contenuti. E la giornata di oggi è un esempio di come questo possa accadere, a cascata, dalla prima alla settima arte.

Lo troviamo, ad esempio, nella pennellata di Caravaggio, quando dipinge quel frutto bacato nel canestro di Milano: quella mela era più o meno viva, ma sicuramente già abitata da una folta colonia batterica. Anche se il Merisi non poteva saperlo.

Da Brera, il memento mori può soffiare, ad esempio, su Los Angeles: cosa offre la strega a Biancaneve? Nient’altro che la mela, brillante, velenosa, politissima. Talmente bella che i nani non la gettano via, ma la mettono sotto teca.

Del resto Plinio, nella “Naturalis Historia”, ci ha lasciato un detto che, anche a distanza di millenni, non è mai andato a male: “cum grano salis”. Tra la selva di certificazioni, sigle e consorzi, il giusto approccio allo sport da tavola ci chiede, in fondo, solo una cosa: un po’ di discernimento. E, dal momento che si parla di sale, non possiamo fare a meno di dire: q.b.

Onomastico: San Roberto di Newminster

Calendarea 2021, Me Tool

 

 

Il 6 giugno si ricorda San Gerardo 

San Gerardo è il patrono di Monza e alla sua immagine si accompagnano sempre delle ciliegie. Per raccontarvi questa storia, dobbiamo tornare indietro a una notte del XII secolo: sappiamo che Gerardo era solito trattenersi in chiesa a pregare, e lo faceva fino a tardi. Così, si fece dare dai canonici il permesso di restare ben oltre l’orario di chiusura, promettendo in cambio un cesto di ciliegie. Era inverno, e l’offerta aveva del bizzarro; ma, il giorno dopo, il frutto estivo arrivò e, da allora, rimane fedelmente attaccato alla sua immagine.

Gerardo nasce da una famiglia benestante, legata forse alla tintura delle stoffe. Ecco perché è chiamato anche ‘dei Tintori’.

Coincidenza vuole che il tessuto più prezioso di tutti i tempi sia dello stesso colore delle sue ciliegie: stiamo parlando della porpora, estratta dal succo di una conchiglia sin dai tempi antichissimi. A renderla tanto ambita, era il fatto che dopo una serie di metamorfosi (porphyreos vuol dire proprio ‘agitato’, ‘ribollente’), arrivava al punto in cui diventata praticamente indelebile, eterna. Per questo, se ne sono adornati in via esclusiva prima gli imperatori pagani, poi Costantino e tutta la chiesa ‘alta’ a seguire.

Con Gerardo, che invece investe l’eredità di famiglia in un ospedale per i poveri, il rosso purpureo diventa il colore degli umili. Un po’ come raccogliere le ciliegie da un albero: una cosa alla portata di tutti.

Onomastico: San Gerardo

Calendario Enel, 2008

 

 

Il 5 giugno è la “Giornata Mondiale dell’Ambiente”

“Il pesce non pensa, perché il pesce sa”, diceva un noto film. Accogliamo questo assist per parlare del fatto che non siamo mai abbandonati da una certa sensazione di ‘ridondanza’ nel riepilogare senso, origine e obiettivi di giornate come questa.

È la loro presenza sul calendario, frequente per non dire massiccia, tuttavia, che piano piano ha aperto un varco, ha creato una nuova consapevolezza, uno spostamento collettivo del punto di vista. Abbiamo compreso che non c’è un altro pianeta, che la sostenibilità non è soltanto una bella parola, peraltro molto di moda, ma un modo d’essere che investe il comportamento di ognuno di noi e quindi di tutti.

È arrivato insomma il momento di sapere, visto che per lungo tempo non abbiamo pensato. Questa è la priorità, il resto è lisca.

Onomastico: San Bonifacio

Calendarea 1999, Green Please!

 

 

Il 4 giugno è la “Giornata internazionale dei bambini innocenti vittime di aggressioni”

Il 19 agosto 1982, durante una sessione speciale dedicata ai conflitti arabo-israeliani, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dichiarò questa data come “Giornata internazionale dei bambini innocenti vittime di aggressioni”.

Inutile dire che ci piacerebbe vivere in un mondo dove niente dovrebbe intaccare l’età dell’oro; prendiamo in prestito questa frase dallo scultore Medardo Rosso, che titola così una serie di opere dedicate all’infanzia. Una si trova ai Musei Vaticani e non mostra altro che il sorriso di un bambino tra le braccia della madre. Nulla di più. È in cera, un materiale che si impregna di luce e si modella di conseguenza. Qualcosa in più, effettivamente c’è: perché la luce può essere carezzevole, ma se arriva violenta, ecco quel sorriso, e con lui la scultura, mutare totalmente di significato.

Basta un attimo per spegnere l’età dell’oro, a ogni latitudine.

Onomastico: San Quirino Martire

Calendarea 2016, Renaissance

 

 

Il 3 giugno 1968 Valerie Solanas spara ad Andy Warhol 

Ci sono momenti nella vita che sono una cerniera tra un prima e un dopo. Uno di questi, ad esempio, può essere una banana sulla copertina di un album. Ma al tempo (1967) i Velvet Underground & Nico erano praticamente sconosciuti: ci stupisce quindi un po’ meno notare che, su quella cover, c’era solo la firma del loro produttore, Andy Warhol.

Nell’apertura, la zip può incontrare quel lembo di stoffa che la fa inceppare: il packaging dell’album era divertente (infatti la banana poteva essere letteralmente sbucciata), ma ardimentoso; quanto alle orecchie del pubblico, immature. Per il successo, e il riconoscimento, dovremo attendere qualche anno.

Ci sono altre volte in cui la zip va giù talmente veloce che il cursore esce dal fermo. Ed è impossibile ricucire. È quello che è successo quel 3 giugno 1968, quando la scrittrice Valerie Solanas irrompe nello studio di Andy Warhol, lasciandogli un souvenir al piombo nello stomaco; si salverà grazie a un’operazione di 5 ore. A morire, però, sarà un certo modo di esprimersi della sua arte. Il tema della morte diventerà tabù (eppure aveva fatto così bene con la serie dei “dead and disaster”) e Warhol – nonostante di lì in poi sarà costretto a indossare un corsetto –  entrerà in una zona di comfort abitata solo da ritratti di celebrità e altri affacci poco rischiosi.

Onomastico: Santa Clotilde

Calendarea 2021, Me Tool

 

 

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