Imaginarea Daily

Il 31 ottobre 1929 nasce Carlo Pedersoli, alias Bud Spencer

Kairos era la divinità greca del “momento opportuno” e quando Carlo Pedersoli entra nel mondo del cinema, aveva già attraversato più di qualche fase ‘opportunamente’ vissuta: campione dei 100 stile libero, studente di Chimica e Giurisprudenza, carpentiere in Brasile e meccanico in Venezuela. Torna a Roma all’inizio degli anni ’60 e sposa la figlia di un produttore cinematografico, cominciando a familiarizzare con quel mondo. Al tempo, gli spaghetti western erano già diventati un genere che fruttava propaggini e derivati. Succede che, per uno di questi film, c’era bisogno di un uomo che fosse di stazza e di barba: Carlo Pedersoli rispondeva perfettamente all’identikit. Così, il nostro si butta nella mischia con il nome di Bud Spencer, rinunciando anche al volto glabro (non voleva essere troppo identificato); credeva di poter tornare indietro appena avrebbe potuto, invece “Dio Perdona… io no” (1967) sarà solo il primo di una trentina di film di sonori pugni, schiaffi e risate.

Questo è un nostro piccolo omaggio alla memoria del grande Bud Spencer, che abbiamo voluto immaginare con una vocazione da pugilatore sin dall’infanzia.

Onomastico: Sant’Alfonso Rodriguez

Calendarea 2016, Renaissance

Il 30 ottobre 1938 Orson Welles trasmette per radio un realistico adattamento de “La guerra dei mondi”

Nel 1938 il mondo osservava, ansioso, i movimenti a placche dell’Europa (Hitler infatti aveva già messo le mani sull’Austria). Ma a un’invasione da Marte, però, nessuno davvero pensava.

È la sera del 30 ottobre 1938 e alle ore 20 sul canale della CBS andava in scena la cronaca di un attacco alieno. In scena, esatto. Ma tutto era stato studiato per simulare il vero, complice uno stile di racconto impersonale e giornalistico: non mancavano i commenti a caldo dell’astronomo di turno, i rumori di fondo, il panico e la concitazione generali. Orson Welles, attore e deus ex machina di tutta la faccenda, il giorno dopo dovette spiegare in una conferenza stampa che si trattava ‘solo’ della trasposizione radiofonica del romanzo di “The War of the Worlds” di H.G. Wells. Sembra che tutto quel realismo avesse gettato gli ascoltatori nel panico (ricordiamo che la radio, al tempo, era l’unico mezzo di informazione di massa). Eppure, le stesse stime dei numeri sono state oggetto di non poco revisionismo.

Cambiano i mezzi, e i tempi, ma le fake news mantengono quella straordinaria capacità di diffondersi alla velocità della luce!

Onomastico: San Germano

Calendario Electrabel (società elettrica belga), 2006

Il 29 ottobre 1945 viene messa in commercio la prima Bic Cristal

Nella nostra vita, poche volte abbiamo avuto l’occasione di associare all’aggettivo “cheap” qualcosa di buono: la penna Bic Cristal, è uno di quei casi. Il primo brevetto era di László Bíró, un giornalista ungherese che combatteva ogni giorno con gli effetti collaterali della stilografica: sbavature, inchiostro che non asciugava, etc…

Le prime penne a sfera messe sul mercato americano erano un’idea sì originale, ma cara: costavano l’equivalente di 180 dollari di oggi. Arriva così Marcel Bich, un imprenditore francese di origini italiane che capì di poter sfruttare a suo vantaggio quel materiale nuovissimo e leggero: proprio lei, la plastica. Abbattendo i costi di produzione, la penna Bic Cristal è diventata l’oggetto che non ha bisogno di presentazioni, neanche nella galleria di design del MoMA.

Spesso, si tende a visualizzare la nascita di un’idea con una lampadina che si accende. A volte, può esser sufficiente saperla orientare nella stessa direzione in cui va il mondo. E la penna Bic, in questo senso, più che una lampadina è un vero e proprio lampadario!

Onomastico: San Feliciano

Calendarea 2007, Pocketales

Il 28 ottobre 1919 negli Stati Uniti d’America inizia il Proibizionismo

Dopo l’irruzione della polizia in uno speak-easy, due musicisti rimangono senza musica e senza salario. Siamo a Chicago nel 1929 e, come se non bastasse, i nostri protagonisti sono i testimoni di una strage tra gangster. La loro fuga li metterà sui passi di Zucchero, la Marilyn Monroe di “A qualcuno piace caldo”. Parlando in gergo tecnico, l’incipit di questo film è una sapiente mixology di tutte le componenti del “Proibizionismo”. Vediamolo da vicino: dal 1919 al ’33 negli Stati Uniti venne proibito il consumo e il commercio di alcolici. Così, il dio mondano dell’alcool veniva celebrato nei retrobottega degli speak-easy, bar clandestini. La Mafia, dal canto suo, razzolava in questo enorme commercio in nero. È stato un decennio in cui i fumi dell’alcool si mescolarono a quelli delle pistole, dando origine a quell’iconografia alla grande Gatsby fatta di sigari, gessati e cappelli Fedora.

Gli speak-easy erano conosciuti anche con la variante slang di “blind pig” o di “blind tiger” (slang anche nel servizio e nella qualità dell’alcool servito). Al nostro “yellow canary”, dunque, non resta che la parte di un alieno in buona compagnia. Del resto, come si dice nel film che ha aperto la storia di oggi, “nessuno è perfetto”.

Onomastici: Santi Simone e Giuda Taddeo, Apostoli

Calendarea 2005, Cocktail (edizione non pubblicata) 

Il 27 ottobre 1728 nasce James Cook

Nel 1770, James Cook approda sulle coste australiane a bordo della nave “Endeavour” (“Tentativo”). In un certo senso, non fu un tentativo andato a buon fine: i filosofi, infatti, avevano predetto l’esistenza di una “Terra Australis” estesa almeno quanto la sua controparte boreale. Per quanto Cook si fosse adoperato per misurarne le coste (magari usando questi strumenti gialli da architetto che danno forma al nostro canguro), l’Australia no, non era poi così grande.

Durante una di queste spedizioni di misurazione, Cook scoprì il canguro. Ma anche il nome dell’animale simbolo del continente è stato, per molto tempo, al centro di un malinteso. Quando la flotta europea chiese ai locali il nome di questo mammifero, la risposta fu “kangaroo”, che si credette dovesse significare qualcosa tipo “non ho capito”. Studi postumi, smentirono questa leggenda australiana, dimostrando che nelle lingue aborigene “ganurru” voleva dire effettivamente “grande canguro nero”.

Come un boomerang, le parole fanno balzi pindarici in avanti, per poi tornare indietro, tracciando linee imprevedibili. L’importante è che non ci colpiscano in fronte.

Onomastico: Sant’Evaristo 

Calendarea 2008, ZOO8

Il 26 ottobre 1871 nasce Trilussa

Se dovessimo raccontare questo poeta a una qualsiasi persona che non sia di Roma, la porteremmo prima di tutto a Trastevere, sotto la targa in travertino che ci indica che ci troviamo proprio lì, a piazza Trilussa: avamposto di giovialità genuinamente romana.

Non è un caso che di tutti i crocicchi sparsi nei suoi 1287 chilometri quadrati, a Trilussa sia stata intitolata proprio questa piazza. In fondo, è una di quelle che più ci parla di quella che è, e sarà, la storia della mentalità di questa città. Antonio Salustri (questo era il suo nome di battesimo), raccontava Roma con un poetare formato tabloid, descrivendo un popolino decadente e formicolante, sagace e mai stanco dell’agio. Era un po’ come la mosca di una sua poesia, quella che volava per inerzia e riusciva più o meno a stare a galla (almeno finché non incontrava il ragno). Oggi, l’identità di Trastevere (e della stessa Roma) è un po’ più un bailamme: forse rimarrà qualcosa della schiettezza del Ponentino, forse sarà turistica, forse solo glam, chi lo sa. Ai tempi, un giornalista criticò il poeta per aver trasmesso l’idea di una città “in pantofole”.

Effettivamente Trilussa è stato a suo modo un vate: passano gli anni, ma la colazione per un romano (al bar, in casa o sul terrazzo del vicino), è sempre sacra. E, per tutti i non romani, quando un cittadino dell’Urbe vi invita a colazione, vuol dire che vuol proprio farvi sentire a casa.

Onomastico: San Beano Vescovo

Calendarea 2000, Good Morning, Millennium!

Il 25 ottobre 1838 nasce Georges Bizet

“La donna è mobile, qual piuma al vento”: qualcuno aveva informato Giuseppe Verdi della relatività di un peso piuma? Perché oggi, parliamo di un compositore che si trova all’estrema periferia di quello di Parma almeno se, ad essere in gioco, è la fama.

Georges Bizet: vita, salute e fortuna precarie, morì qualche mese prima di assaporare la sua “Carmen” in gloria. Un’opera buffa non può esser realista e, soprattutto, l’amore eroico non è affaire di zingara; questo, diceva la vulgata. Invece, la “Carmen” sarà un successo postumo, nel pieno senso della parola. In una Siviglia al flamenco e scialli al vento, c’è una giovane che ama l’uomo sbagliato; del resto, lei, cosa ci può fare? “L’amore è un uccello ribelle” recita nell’aria più nota. Carmen sarà uccisa dall’altro uomo, quello rifiutato, quello che non ha accettato una scelta. È questa, in fondo, la sua attualità, almeno finché questa storia continuerà ad essere anche la nostra cronaca.

Georges Bizet ci ha regalato un libero arbitrio sotto forma di crocchie e pesi piuma. Come si dice in gergo tecnico, ha dato il La, onorando non solo la sua professione, ma un sentire comune: Carmen non è un’eroina che muore, ma una ragazza come tante. E per questo noi, più che offrire argomenti “tirati per i capelli”, non possiamo far altro che ringraziarlo, sperando arrivi il giorno in cui un peso piuma riuscirà a fare come Davide contro Golia.

Onomastici: Santi Crisanto e Daria Martiri 

Calendarea 2007, Pocketales

Il 24 ottobre 1961 il LEGO viene brevettato negli USA

Quando nel 1932 Ole Kirk Kristiansen avviò la produzione industriale della LEGO, era arrivato il momento di scegliere anche il nome. L’imprenditore falegname crea così una nuova parola, unendo le iniziali dell’espressione danese “Leg godt” che si traduce con “Gioca bene”. Più tardi, si scoprì che in latino questa parola vuol dire “mettere insieme”: una felice coincidenza.

Arriveranno poi la plastica, i personaggi dal volto giallo e solare e Minecraft, un video game amatissimo dai teenager che si ispira molto ai LEGO. L’azienda vorrebbe arrivare al 2030 con una produzione ecosostenibile al 100%. Eppure, al di là delle scocche, per comprendere la LEGO dovremmo forse scomodare la filosofia danese. “Hygge” è un termine che sa di inno nazionale: è uno star bene che può arrivare da una casa, da una situazione umana stimolante o da una candela accesa. In fondo, chiunque abbia passato del tempo a costruire una bifamiliare con giardino (o la scuola di magia di Harry Potter), lo ha trascorso proiettandovi o fantasticando uno stato di benessere domestico, mattoncino dopo mattoncino.

Obiettare che la parola “hygge” è un po’ più difficile da ricreare nella vita vera, potrebbe esser non solo doveroso, ma sacrosanto. Ma non preoccupatevi, c’è sempre; anche se, come accade nelle lettere qui sopra, dobbiamo metterci un po’ di impegno per scovarla.

Onomastico: Sant’Antonio Maria Claret 

Calendario Electrabel (società elettrica belga), 2006

Il 23 ottobre 1920 nasce Gianni Rodari 

Per Gianni Rodari una mela che cade sulla testa di un individuo dà vita a un bernoccolo; ma una mela che arriva sulla testa di Newton si trasforma nella legge di gravitazione universale. Ecco il potere dell’immaginazione, che fa di ogni preparazione (umanistica o scientifica che sia), un semplice catalizzatore.

Il nostro autore ritiene che proprio lei, l’immaginazione, formi il nostro corredo neuronale più importante. Per questo ci consiglia di assemblarlo per bene sin dalla nascita: ci metteremo dentro vestiti colorati, forse alcuni accostamenti bizzarri e, perché no, anche gli acquisti sbagliati (per Rodari, infatti, l’errore è il toccasana rinfrescante per tutte le sinapsi).

Ad un certo punto questo baule si aprirà e un’idea (qualunque essa sia) uscirà. E a questo punto, se diventeremo Newton o semplicemente degli adulti pieni del loro bagaglio di fantasia, fa davvero poca differenza.

Onomastico: San Giovanni da Capestrano

Calendario Electrabel (società elettrica belga), 2006

Il 22 ottobre 1913 nasce Robert Capa

Robert Capa è ancora il decano dei reporter di guerra. Ungherese naturalizzato statunitense, segue molti degli episodi di quella polveriera che era l’Europa tra le due guerre. Va in Spagna per vedere cosa stava facendo Franco; in Italia e in Africa è presente alle battaglie clou. È anche su quella spiaggia della Normandia che definisce “fumante” all’alba del D-Day. Cessate le armi, nel 1947 fonda la “Magnum Photos” insieme a Henri Cartier-Bresson e David Seymour. Morirà in Vietnam nel 1954, a causa di una mina antiuomo.

Lo scatto che ha consacrato Robert Capa, quello che mostra il miliziano spagnolo morente, sembra che sia stato però più ‘studiato’ che spontaneo: un peccato imperdonabile per un fotoreporter. Ma quest’immagine continua a parlare ancora di guerra, nonostante le tante guerre che sono venute dopo. Questo vuol dire solo una cosa, che Robert Capa è riuscito ad andare dritto al centro. E se lo ha fatto con un trucco, davvero poco importa.

Onomastico: San Giovanni Paolo II

Calendarea 2018, Light Make Up

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